
Enduring Freedom debutta a Tokyo nel 2003, prendendo il titolo dall’operazione militare voluta da Bush in Afghanistan. Frutto di un lavoro in continua evoluzione, l’opera riflette sul paradosso della “libertà duratura”, tra accettazione e cambiamento.
Il pubblico è coinvolto direttamente, indossando tute bianche e neutre viene privato della propria individualità, e al tempo stesso costretto a osservare e a osservarsi. Thormann, trasforma il proprio corpo attraverso la disciplina del butō, rendendo ogni gesto e respiro segno vivo di un linguaggio essenziale.
Lo spazio, delimitato da neon disposti a ring, diventa luogo di immersione totale in cui la tensione si manifesta e il danzatore rivela la propria interiorità.
Danza e coreografia Imre Thormann
Imre Thormann, nato a Berna nel 1966, dopo un inizio sportivo che lo porta a diventare campione svizzero di Taekwondo nel 1984, si trasferisce a Tokyo nel 1990 dove studia per sette anni il Butō con Kazuo Ohno e parallelamente il Noguchi Taiso con Michizo Noguchi, approfondendo anche pratiche come la Alexander Technique. A partire dal 1993 crea e interpreta numerose performance solistiche presentate in Giappone, Europa e America, sviluppando un linguaggio personale che intreccia discipline orientali e occidentali. Tra le sue opere più conosciute vi sono Enduring Freedom, definita “il Butō dell’abisso” per la sua intensità fisica ed emotiva, e The False David, presentata in diversi contesti internazionali.
È presente il NUDO in scena.
Non sono previste riduzioni
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