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Quella vissuta dal regista Jerzy Grotowski (1933-1999) costituisce una delle più importanti avventure artistiche e intellettuali del secolo scorso, non soltanto in campo teatrale. Al sottoscritto è capitato di poterla seguire abbastanza da vicino dagli inizi degli anni Settanta e di scriverne spesso.
In particolare, dopo la sua scomparsa ho cominciato a riconsiderare il lavoro di Grotowski in termini complessivi nel contesto del Novecento teatrale. E sempre di più, da Akropolis (1962) a Action (1995), passando per Il Principe costante (1965), Apocalypsis cum Figuris (1969), il Parateatro e il Teatro delle Fonti, fino all’Arte come Veicolo, ho intravisto un’unica ricerca essenziale, all’insegna del superamento della rappresentazione, anche se condotta di volta in volta con modalità e strumenti differenti e anche con scopi almeno apparentemente diversi.
Questa ricerca riguarda il teatro come esperienza personale, mezzo di conoscenza, gnosi; per chi sta in scena, innanzitutto, ma anche per lo spettatore, o testimone.
Al termine del seminario si terrà la presentazione del libro di Marco De Marinis Jerzy Grotowski. Il superamento della rappresentazione (Editoria & Spettacolo 2023), moderata da Raul Iaiza.
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