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In un’epoca di sovrapproduzione di immagini, l’artista crea uno spazio austero, un vuoto sospeso, evocando un rito ancestrale che mira a risvegliare lo stupore infantile e l’incanto per la bellezza e il mistero. Danza Ombra invita a riscoprire la potenza della semplicità, dove corpo e ombra dialogano silenziosamente. Il movimento, limitato dalla luce e dal fondale, si fa intimo, creando una connessione profonda con lo sguardo ravvicinato del pubblico. In questo esercizio di estrema semplicità l’oggetto ultimo del mostrare è proprio la semplicità stessa. Ecce Umbra! Ecco l’ombra: fenomeno naturale assolutamente banale e tuttavia così ricco, luogo su cui si proietta il nostro inconscio, luogo della perdita dell’orientamento razionale e dell’emergere del fantastico. L’ originario ankoku butō, danza delle tenebre, diviene una danza in cui il corpo che sogna mostra il suo sogno, in una platonica riflessione sulla condizione della percezione, sui mostri e le figure fantastiche che abitano l’oscurità e sulla loro immaterialità.
Di e con: Stefano Taiuti
Non sono previste riduzioni.
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