Dalla nota introduttiva di Clemente Tafuri e David Beronio:

Questo libro nasce da un incontro realmente avvenuto. Gli autori hanno riflettuto su alcuni concetti che hanno ispirato l’opera di un pensatore e di un artista, Alessandro Fersen. Essi hanno guardato al suo lavoro riflettendo sul tempo presente, su altri artisti, e non solo, che oggi indagano gli stessi temi con la stessa passione e la stessa determinazione. E qui il grado di pericolo è molto alto. Perché le questioni poste da Fersen non hanno nulla di rassicurante. Esse conducono, attraverso una sottesa trama di corrispondenze, a interrogarsi sul senso non solo del fare arte, ma sul senso della condizione umana di fronte a esperienze capitali. La sua opera, per chi accetta la sfida e si apre all’incontro, interroga con la stessa efficacia chiunque. Sembra chiedere chi sei, velando la risposta e lasciando a ognuno di noi la responsabilità di riconoscersi, incamminandosi tra gli alberi, sotto quella trama.
Il convegno Gioco e sapere. Forme di un teatro senza scena è stata anche la prima azione di un progetto dedicato proprio a Fersen, il Centro Studi Alessandro Fersen, nato per volontà dei direttori di Teatro Akropolis, di Ariela Fajrajzen figlia di Alessandro Fersen e della Fondazione a lui dedicata.
Questo libro è un inizio, dunque, ma anche il frutto di un lavoro già condotto fino ad un punto significativo. Racconta un incontro già accaduto e al tempo stesso ne propone uno nuovo.

Con uno scritto di Alessandro Fersen.

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Premio Ubu 2017

 
AkropolisLibri è vincitore del Premio Ubu 2017 nella categoria “progetti speciali” con la seguente motivazione: “per la pregevole opera di storicizzazione del presente nel presente in nutriti volumi annuali che documentano l’attività svolta nel corso del festival Testimonianze ricerca azioni, rilanciando anche la lezione del passato, come nel caso della pubblicazione delle opere inedite di Alessandro Fersen”.