Il racconto si apre quando ormai tutto è compiuto e niente più al mondo può cambiare le cose. Una donna cerca le ragioni di quanto è accaduto: ha ucciso la figlia poco più che adolescente. Un soliloquio febbrile stanco e struggente porta nelle periferie operaie di Torino tra la disperazione e la solitudine di un mondo disgregato, vuoto, dove i sogni sono quelli della televisione e la realtà è cruda e bastarda. La donna avrebbe voluto un’altra vita per la figlia ed ecco riemergere dal passato la canzone più romantica del mondo: Il cielo in una stanza.
da un racconto di Massimo Carlotto
con Gloria Liberati
trasposizione teatrale e regia Pietra Selva Nicolicchia
luci Cristian Perria
produzione Viartisti Teatro
(foto Giusi Lorelli)