Aristotele definiva il Coro come una metafora perfetta della democrazia, e riteneva l’Antigone di Sofocle il modello perfetto della tragedia. Lavoreremo dunque sul coro, sul Canto dell’Uomo, perché il lavoro sul coro significa affrontare alcuni punti nodali del lavoro dell’attore: il giusto equilibrio tra il proprio ego e l’ego degli altri sulla scena, l’ascolto profondo dei propri ritmi e dei ritmi della scena, lavoro “fisico” sul verso poetico, corrispondenze tra suono senso e movimento, azione solitaria e di gruppo, differenza tra la parola nei dialoghi o nei monologhi e la parola nella costruzione di un coro.
Orari 15 aprile, 18.00 – 22.00 / 17,18 aprile, 14.00 – 18.00
(foto Giusi Lorelli)